Dal “Decreto Molise” al ‘Ricatto al Molise’

Alle elezioni politiche del 2022 il centrodestra ha truffato politicamente i molisani, raggirandoli con la promessa del “Decreto Molise” che avrebbe dovuto azzerare il disavanzo finanziario e farci uscire dal commissariamento: siamo a fine 2025, sono passati tre anni, ma il disavanzo è ancora lì, i commissari pure, e per ottenere il finanziamento di 90 milioni di euro stanziati dal Governo nella legge di stabilità, ci ricattano imponendoci ulteriori tagli ai servizi sanitari, quali emodinamica, punti nascita, postazioni del 118 e della guardia medica, ospedale di area disagiata e chissà cos’altro ancora.

In compenso ci hanno rifilato Cesa e Lotito, regalandogli due dei nostri quattro seggi parlamentari, benché del Molise conoscessero al massimo solo Venafro; come commissari alla sanità, invece, due “tecnici” che di tecnico non hanno, ovviamente, assolutamente niente: l’avv. Marco Bonamico, dal cui curriculum si evince che l’ultimo incarico ricoperto in ambito sanitario risaliva al 2003, vent’anni prima, e il dott. Ulisse Di Giacomo, la figura, politicamente parlando, tra le più compromesse in assoluto con la gestione fallimentare della sanità regionale degli ultimi 25 anni, avendo svolto ruoli di assessore alla sanità (biennio 2006-2008), di coordinatore regionale di Forza Italia e del PdL (partiti di governo dal 2001 al 2013), nonché di senatore (dal 2008 al 2018, componente della commissione sanità).

Nel frattempo la politica regionale fa da palo al ricatto dello Stato: a parole contesta il commissariamento ma nei fatti non muove un dito per sostenere la nostra battaglia sul disconoscimento del disavanzo sanitario che approderà a breve davanti al Tar Molise; dice di essere contraria alla rete ospedaliera, ma vieta persino che se ne discuta in Consiglio regionale; schiera il Presidente Roberti, il Vicepresidente Di Lucente e l’assessore Iorio per contestare a chiacchiere i tagli ai servizi sanitari, accettando però supinamente persino che i commissari neghino al Consiglio regionale e ai sindaci gli atti di programmazione sanitaria e scarichino tutte le responsabilità sulla Giunta regionale, rea a loro dire di aver nominato una governance della Asrem additata come causa esclusiva della perdurante violazione del piano di rientro.

Dulcis in fundo, i rumors – sempre più insistenti in queste ore – circa l’ipotesi di commissariare l’Azienda sanitaria, indiscrezione inopinatamente trapelata su qualche organo di stampa ben informato e mai smentita…

In questo scenario per metà avvilente e per metà fantozziano, brilla drammaticamente la più totale assenza politica dei partiti nazionali della presunta opposizione di centrosinistra, complici dello sfascio al pari del centrodestra, stante la paternità di riforme nefaste per il Molise come il decreto Balduzzi (PD) o di nomine clamorosamente al di sotto della soglia di adeguatezza come quella di Giustini (M5S), i quali, nonostante il meritorio tentativo di alcuni colleghi, come Andrea Greco, di sollecitarne l’attenzione istituzionale e politica, continuano a dormire sonni profondi, perpetuando una complicità omissiva di cui non se ne può più.

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