
Stamattina il Consiglio regionale sarà chiamato a decidere se chiedere o meno al Governo centrale di sospendere la rete ospedaliera varata dai commissari Bonamico e Di Giacomo senza coinvolgere nessuno, né un sindaco, né un medico, né la Asrem e nemmeno il Consiglio regionale, per giunta occultando i pareri ministeriali.
Quello che si oppone a questa gestione domestica della cosa pubblica da parte di presunti tecnici che hanno ormai gettato la maschera ammettendo di agire, di fatto, secondo valutazioni politiche e non in base ai dati sanitari e all’interesse generale, è un fronte ormai larghissimo e oltremodo trasversale, annoverando non soltanto forze politiche, sociali, associative e sindacali ma finanche la massima sigla rappresentativa a livello istituzionale locale, cioè l’Anci, che oggi ha chiesto pubblicamente lo stop ai tagli e la rimozione dei commissari.
Lo strumento istituzionale per incanalare questo legittimo e sacrosanto dissenso esiste ed è all’ordine del giorno del Consiglio odierno: la delibera di indirizzo politico per intimare al Governo Meloni di fermare la devastazione dell’organizzazione sanitaria regionale e restituire alle istituzioni democratiche il potere di compiere le scelte sanitarie in modo pubblico, trasparente e partecipato, come sancito dalla Corte costituzionale con la sentenza 116/2020.
Se ne facciano una ragione i bulimici che non riescono a placare la fame di visibilità sui social, ma a totale digiuno di diritto sanitario: quella per garantire il diritto alla salute è una battaglia civile nell’interesse di tutti i molisani che non può essere ridotta a ripicca personale o affare per pochi.
Ps. La foto è del 18 maggio 2016, quando alla testa dei cortei c’erano persone operative e dalla schiena dritta, non parolai senza costrutto né bandieruole ai quattro venti.



