Senza girarci intorno: qualcuno comincia a sussurrare l’ipotesi di privatizzazione della gestione dell’acqua del Molise e ieri in Consiglio regionale per la prima volta è stata ventilata questa opzione.
Lo dico con altrettanta chiarezza: fino a quando svolgerò un ruolo istituzionale farò tutto quanto è nelle mie possibilità per non permettere che questo accada, e quando non ricoprirò più cariche politiche continuerò una battaglia civile per impedire che ciò avvenga, da cittadino e se necessario da avvocato, per scongiurare la svendita del bene pubblico più prezioso della nostra Terra.
Decenni di politiche neoliberiste di destra e (purtroppo) anche e soprattutto di sinistra hanno privatizzato la sanità e i servizi sociali, le grandi industrie pubbliche di Stato svendute a poche multinazionali private per fare cassa, ora tocca ai beni pubblici: opporsi a questa deriva è un dovere morale e un imperativo categorico.
Ieri in Consiglio regionale abbiamo affrontato il tema del sistema idrico integrato regionale: è emerso un quadro terrificante, nel quale spicca l’incapacità della regione di governare i rapporti tra gli attori del sistema, e sono emersi dubbi allarmanti sulla gestione della Grim, che chiama in causa le responsabilità omissive della Regione ma anche e soprattutto dei sindaci dei Comuni che ne sono soci e che probabilmente stanno omettendo di svolgere il proprio ruolo di controllo sottovalutando il rischio del suo tracollo, come denunciato dallo stesso presidente della regione.
Il fallimento gestionale delle società pubbliche che gestiscono servizi essenziali per i cittadini è, da sempre, l’anticamera della loro privatizzazione, facendo leva sull’incapacità gestionale delle governance pubbliche. Uno schema trito e ritrito che però funziona sempre e, purtroppo, sempre ai danni dei cittadini che ne pagano le spese.
Siamo ancora in tempo per invertire la rotta, basta volerlo. Chi tace o finge di non vedere le responsabilità (o di non capire…) è complice.