
Non sarà sfuggito agli osservatori più attenti il costante e progressivo sfaldamento del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle.
Da molti mesi interpellanze e interrogazioni vedono in calce ai documenti firme isolate o al massimo in coppia. Mai, se non per atti più datati, a nome della ‘triade’ Primiani, Greco e Gravina.

Finanche nel corso di conferenze stampa non si vedono più vicini, il che appare singolare rispetto a solo due anni fa, quando si poteva ancora parlare di un gruppo politico in Regione. Se a tutto questo si somma l’assenza pressoché totale di un coordinamento interno al Movimento e quel lento, ma continuo avvicinamento politico di Andrea Greco a Massimo Romano (Costruire Democrazia), viene quasi il dubbio che il capogruppo pentastellato non sia più grillino.
Lui smentisce categoricamente, pur non risparmiando critiche severe al Movimento e alla sua evoluzione in “stampella del Pd”.
In questa intervista l’ex enfant prodige della politica molisana, l’uomo che nel 2018 fu candidato presidente alle regionali (poi vinte da Donato Toma) registrando un record storico in termini percentuali (sopra il 38%, diventando il primo partito in Regione con ben sei consiglieri eletti) annuncia la possibilità della nascita di una nuova creatura politica (coalizione? partito? movimento?) che, proviamo a tracciarne l’identikit, dovrebbe essere una forza progressista, antifascista e post ideologica. Nè di destra-destra, né di sinistra-sinistra, magari con una caratteristica che ai civici manca: un riferimento nazionale a Roma.