
A fronte di un’indiscrezione giornalistica gravissima come l’interruzione di pubblico servizio sanitario in un Pronto Soccorso di Ospedale, il minimo che un Consigliere regionale possa fare, nell’esercizio dei propri poteri istituzionali, è pretendere dagli Organi competenti (Regione e Asrem) che accertino la fondatezza della notizia al fine di sanzionare i responsabili delle gravissime omissioni ovvero, se falsa, querelare gli autori di tali calunnie.
Ed è esattamente quello che ho fatto ieri mattina dopo aver letto lo scoop di Primo Piano Molise, presentando un’interpellanza urgente al Presidente Roberti per accertare i fatti, punire gli eventuali colpevoli, ripristinare la piena funzionalità dei reparti, ovvero, viceversa, querelare eventuali calunniatori.
Perché, delle due l’una: se è uno scoop, potrebbero configurarsi plurimi reati gravissimi a carico del personale Asrem che non esiterei a denunciare io stesso; se è falso, invece, è una bufala volta a screditare gravemente l’organizzazione sanitaria pubblica, guarda caso proprio nel settore nevralgico dell’emergenza-urgenza di grandissima attualità nel dibattito pubblico odierno sulla rete ictus e delle malattie tempodipendenti affidate a strutture private senza Pronto Soccorso.
Dopo il mio post, apriti cielo!
Anziché condividere la mia interpellanza e pretendere che Regione e Asrem intervenissero nell’immediato, il Direttore di Primo Piano e la Consigliera Passarelli si sono precipitati ad accusarmi di “lesa maestà” per aver messo in discussione la veridicità della notizia…
Mentre non mi stupiscono le tesi strampalate della Passarelli la cui provenienza la pone al di sotto di ogni sospetto, ho trovato invece assurdo che a formulare l’addebito sia stato anche il Direttore del giornale che ha pubblicato l’indiscrezione, il quale sa benissimo o dovrebbe sapere che la preliminare richiesta di chiarezza nasce doverosamente dal fatto che si tratta, appunto, di una “indiscrezione” e non di una “notizia”, in quanto riportata da un articolo non firmato, che non citava la fonte (“un giovane medico del PS”), la riferiva al condizionale (“sembrerebbe”, “avrebbe” ecc.), in assenza di riscontri da parte di Asrem (“la Asrem mantiene il più stretto riserbo”) e avendo lo stesso autore concluso il pezzo come segue: “Il condizionale, in assenza di conferme ufficiali, resta d’obbligo” (!!!).
Dunque di cosa diavolo si duole il Direttore del giornale?
E allora torno al punto, senza ulteriori polemiche che ritengo stucchevoli: è mio dovere istituzionale, nell’interesse di tutti i cittadini, accertare se al Ps del Cardarelli ci siano fatti configurabili come interruzione di pubblico servizio o meno, poiché come hanno spiegato autorevolissimi medici, talvolta è preferibile restare su una barella scomoda del Pronto Soccorso dove ci sono medici e infermieri h24 anziché in un letto di reparto comodo ma senza personale medico e paramedico.
E allora, se il “blitz” riferito da Primo Piano è uno scoop sarò il primo a sporgere formale denuncia alla Procura della Repubblica competente contro i responsabili; se, viceversa, è una bufala, farò altrettanto contro chi diffama e calunnia la sanità pubblica, portando all’attenzione degli inquirenti anche la singolare coincidenza temporale con un momento storico cruciale in cui si stanno riscrivendo le reti dell’emergenza-urgenza (pro domo privatorum).