
In attesa di leggere la versione finale della legge di stabilità 2025 (al momento non ancora pubblicata), come modificata dal maxi emendamento last minute con cui hanno blindato il voto buttandoci dentro di tutto e di più, è possibile trarre almeno due considerazioni incontrovertibili sulla Giunta Roberti. La prima: il presidente diserta la seduta di bilancio e ci delizia con i suoi selfie spagnoli dimostrando plasticamente di avere priorità diverse dall’esercizio del proprio mandato elettivo ed istituzionale (immaginiamo quale fondamentale contributo politico avrà apportato al congresso del Ppe a Valencia…). La seconda: è ormai chiaro che nella maggioranza di centrodestra la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Cioè amministrano a loro insaputa, a casaccio.
Gli esempi, purtroppo, si sprecano.
Sul bilancio continuano a giocare a Monopoli con i 90 milioni dell’emendamento Lancellotta dei quali ovviamente non c’è ancora traccia: manca il piano di copertura del disavanzo, mai approvato dal Consiglio, ma si apprende dai giornali che la struttura commissariale ha inviato a Roma il nuovo Programma Operativo sanitario di cui nessuno sa assolutamente niente, salvo la certezza che continuano a non provvedere alla riorganizzazione delle malattie tempodipendenti.
L’ipotesi di acquisto della ex Cattolica è ormai un mistero buffo: se ne sono letteralmente perse le tracce nonostante le dichiarazioni pubbliche di Roberti che nella conferenza stampa di fine anno la dava come cosa fatta ed imminente: in bilancio, invece, non c’era e continua a non esserci neanche un euro e ne sono letteralmente all’oscuro tutti, Giunta, Consiglio e struttura commissariale.
Sul disavanzo sanitario la Regione continua a “fare da palo” al Governo centrale sulla pelle (e con le tasche) dei molisani, rifiutandosi persino di comunicare l’esito della due diligence sui conti pubblici commissionata alla società di revisione RSM per oltre un 100 mila euro.
La marcia indietro sull’ex Hotel Roxy, inopinatamente inserito nel 2023 nel piano delle alienazioni e oggi nuovamente incluso nel demanio regionale per realizzarci (finalmente) la sede regionale, per azzerare (finalmente) i fitti passivi di centinaia di migliaia di euro che da decenni buttiamo ogni anno per i vari immobili spesso del tutto inadeguati dislocati in ogni angolo della città.
Il disastro dei trasporti, con l’annuncio roboante di costituire una società mista per la nuova gestione del servizio, presto smentito dalla pubblicazione di un formale avviso di una gara europea secondo lo schema tradizionale di esternalizzazione del servizio, che peraltro si dovrà rifare daccapo perché ha erroneamente previsto il lotto unico anziché i due lotti previsti dalla legge.
Infine, è ormai lampante e insostenibile la paralisi sui bandi dei fondi europei del PR e del FSC, e latita del tutto ogni decisione su idrico, infrastrutture, turismo e filiere produttive.
In breve, una situazione realmente fuori controllo: navigano a vista e amministrano a casaccio.