Disavanzo, Romano prova il colpaccio: via i debiti sanitari (Primo Piano Molise)

La proposta del leader di Cd in Consiglio viaggia con la procedura d’urgenza: «Roma si assuma le sue responsabilità, in caso contrario la Regione fallirà»

Costruire democrazia insiste: il disavanzo della sanità molisana, commissariata da 15 anni e in piano di rientro da 17, deve accollarselo lo Stato. Quindi, propone il movimento di Massimo Romano con un atto formale depositato in Consiglio e che sarà esaminato in tempi rapidi, la quota di deficit sanitario va detratta dal debito di 560 milioni che la Regione si è impegnata a risanare.
«Il nostro movimento torna su un cavallo di battaglia che stiamo portando all’attenzione di istituzioni e autorità competenti ormai da mesi. Purtroppo da parte della Regione continua a esserci una inerzia rispetto a un tema che a nostro avviso continua a essere il tema dirimente», ha spiegato Romano nella conferenza stampa a cui hanno preso parte nel tardo pomeriggio di ieri anche gli eletti di Palazzo San Giorgio, dirigenti e simpatizzanti di Costruire democrazia.
Quindi il consigliere di via IV Novembre ha elencato: «15 anni di commissariamento, un disavanzo che anziché essere ridotto è aumentato, i Ministeri che avrebbero dovuto vigilare evidentemente si sono distratti. Bene, anzi male. I costi della mala gestio in materia sanitaria non possono pagarli i cittadini in termini di maggiori tasse e servizi che purtroppo sono sempre più scadenti come testimoniano anche trasmissioni televisive nazionali».
Per questo, «nell’inerzia della giunta regionale ci siamo fatti carico di presentare una proposta di delibera che rimette in fila le responsabilità: a pagare devono essere i soggetti istituzionali che anziché risolvere il problema lo hanno creato o addirittura lo hanno aggravato».
La proposta di delibera è stata assegnata con procedura d’urgenza alla I Commissione di Palazzo D’Aimmo e punta a disconoscere il disavanzo di 560 milioni. «Anche perché se questo non accadrà, diciamolo chiaramente, la Regione è tecnicamente fallita come purtroppo hanno comprovato da ultimo anche le statuizioni della Corte dei Conti. Riteniamo che questa sia una modalità per restituire ossigeno a una Regione che altrimenti è assolutamente morta».
Qualche mese fa, Romano chiese al governatore Francesco Roberti di aprire una vertenza con Roma per ottenere “giustizia” sul tema del disavanzo della sanità, visto che «nel centrodestra hanno fatto orecchie da mercante e del decreto Molise non c’è neanche l’ombra. Oggi compiamo un passo in più con un atto amministrativo che disconosce il disavanzo di 560 milioni che si deve assumere lo Stato. Chi doveva aprire una trattativa ha ritenuto di fare altro, non sappiamo cosa. Sappiamo però che per il 15esimo anno consecutivo scatta l’aumento delle tasse».
Intanto, ha concluso Romano, «dobbiamo scrollarci di dosso un fardello da 560 milioni di euro, il che significa che potremmo approvare bilancio, assumere e fare spese, far ripartire l’economia. Sull’insufficienza del fondo nazionale ragioneremo poi. Ma adesso dobbiamo affermare che non siamo figli di un dio minore».

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